Marco Fulvi
Sono arrivato al ritratto seguendo, anzi obbedendo a un percorso in cui un punto apparentemente di arrivo mi rimandava ad un altro punto, proprio come nelle reali scoperte e sono arrivato al ritratto attraverso me cioè attraverso l’autoritratto.
Mi sono messo a disposizione dello specchio e del giudizio degli altri su di me così come poi nel ritratto a disposizione dell’altro e di me stesso quale interprete del corpo e dell’anima. Un gioco di rimandi infinito che viaggia sul filo della ricerca dell’ identità.
(parlando con la mia amica Ivana durante le pose per il suo ritratto)
Sono arrivato al ritratto seguendo, anzi obbedendo a un percorso in cui un punto apparentemente di arrivo mi rimandava ad un altro punto, proprio come nelle reali scoperte e sono arrivato al ritratto attraverso me cioè attraverso l’autoritratto.
Mi sono messo a disposizione dello specchio e del giudizio degli altri su di me così come poi nel ritratto a disposizione dell’altro e di me stesso quale interprete del corpo e dell’anima. Un gioco di rimandi infinito che viaggia sul filo della ricerca dell’ identità.
(parlando con la mia amica Ivana durante le pose per il suo ritratto)