Autoritratti

Autoritratto matita su carta – 50×70 cm

…non si sottrae a questa interrogazione e a questa tentazione antica ma sempre nuova: moltiplicando la propria immagine, moltiplica anche questa vertigine. I suoi autoritratti esposti nella mostra Il tempo di Narciso presso il Museo di San Francesco di Greve in Chianti ne sono testimonianza autorevole. Segue >>

Giuseppe Panella


….Mette a fuoco figure che guardano fisso chi guarda in un gioco di sguardi.
Figure atteggiate, si travestono o si spogliano, sono su un palcoscenico per esistere al di qua degli spazi profondi. Segue >>

Paolo Gambacurta


….Il narcisismo che traspare dagli aggressivi autoritratti e l’aspetto sinuoso che emerge dalla figurazione…..Segue >>

Luciano Marucci


Tra le opere, alla fine del percorso espositivo, spicca un autoritratto che didatticamente svela il meccanismo costruttivo e riporta l’osservatore alla realtà delle cose ritrovate e nobilitate dall’autore lungo il suo viaggio senza mete prestabilite. Segue >>

Luciano Marucci


Siamo infine nel pieno di un incubo di Homer Simpson, dopo l’ennesimo disastro nucleare che ha mutato ingigantendoli piccoli oggetti quotidiani rovistati e annusati con frenesia dal Piccolo Aiutante di Babbo Natale. Miracolo del “bicchierino” coroncina del re, perfette scanalature, forse si tratta invece di un’ Alice fuori misura che sul palmo della mano osserva, timida e arrogante, le artificiali meraviglie del suo paese. Segue >>

Tiziana Alberti


… Chi non vorrebbe essere o non è almeno un pò gatto? – e che stimola un processo di identificazione in un “Altro” come armonia, eleganza e, soprattutto, indipendenza. Certamente, il messaggio che Marco Fulvi vuole trasmettere attraverso queste opere è sintetizzato nel disegno “Autorigatto” (una citazione del “Gatto nero” di Beardsley”), che è anche il logo della mostra: avere un gatto “in” testa potrebbe aiutare noi uomini a vivere meglio. Segue >>

Paolo Gambacurta


Per Marco Fulvi dipingere è un’esigenza, un modo per ricercare la propria identità, scomposta tra realtà e segno. Ne sono testimonianza gli autoritratti che puntualmente ritornano alla fine di ogni ciclo pittorico a sottolineare il camminio interiore dell’artista.

Franca Maroni

…non si sottrae a questa interrogazione e a questa tentazione antica ma sempre nuova: moltiplicando la propria immagine, moltiplica anche questa vertigine. I suoi autoritratti esposti nella mostra Il tempo di Narciso presso il Museo di San Francesco di Greve in Chianti ne sono testimonianza autorevole. Segue >>

Giuseppe Panella


….Mette a fuoco figure che guardano fisso chi guarda in un gioco di sguardi.
Figure atteggiate, si travestono o si spogliano, sono su un palcoscenico per esistere al di qua degli spazi profondi. Segue >>

Paolo Gambacurta


….Il narcisismo che traspare dagli aggressivi autoritratti e l’aspetto sinuoso che emerge dalla figurazione…..Segue >>

Luciano Marucci


Tra le opere, alla fine del percorso espositivo, spicca un autoritratto che didatticamente svela il meccanismo costruttivo e riporta l’osservatore alla realtà delle cose ritrovate e nobilitate dall’autore lungo il suo viaggio senza mete prestabilite. Segue >>

Luciano Marucci


Siamo infine nel pieno di un incubo di Homer Simpson, dopo l’ennesimo disastro nucleare che ha mutato ingigantendoli piccoli oggetti quotidiani rovistati e annusati con frenesia dal Piccolo Aiutante di Babbo Natale. Miracolo del “bicchierino” coroncina del re, perfette scanalature, forse si tratta invece di un’ Alice fuori misura che sul palmo della mano osserva, timida e arrogante, le artificiali meraviglie del suo paese. Segue >>

Tiziana Alberti


… Chi non vorrebbe essere o non è almeno un pò gatto? – e che stimola un processo di identificazione in un “Altro” come armonia, eleganza e, soprattutto, indipendenza. Certamente, il messaggio che Marco Fulvi vuole trasmettere attraverso queste opere è sintetizzato nel disegno “Autorigatto” (una citazione del “Gatto nero” di Beardsley”), che è anche il logo della mostra: avere un gatto “in” testa potrebbe aiutare noi uomini a vivere meglio. Segue >>

Paolo Gambacurta


Per Marco Fulvi dipingere è un’esigenza, un modo per ricercare la propria identità, scomposta tra realtà e segno. Ne sono testimonianza gli autoritratti che puntualmente ritornano alla fine di ogni ciclo pittorico a sottolineare il camminio interiore dell’artista.

Franca Maroni

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